mercoledì 13 gennaio 2021

Pace (giorno centodiciotto)

Pace è una parole bellissima e per ognuno di noi significa qualcosa di diverso.

Per me la pace, quella vera, arriva quando dopo essermi trascinata senza forze tra le ultime faccende non rimandabili (vedi alla voce scopare via le briciole dopo cena, stendere il bucato che è ormai fermo in lavatrice da mezz'ora, lavare i miei pochi piatti e cose di questa portata) mi dirigo in bagno e mi arrendo al fatto che dovrò struccarmi anche stasera combattendo con tutta la mia forza contro l'acerrimo nemico: la pigrizia che in questa specifica occasione raggiunge uno dei punti più alti di tutta la giornata  (non so se sia peggio questo o il dover scendere dal letto la mattina!). Così, solo dopo questa prova di estremo eroismo, finalmente libera posso infilarmi il pigiama e mettermi sotto al piumone.

Nel letto non riesco quasi più a guardare serie o film, un po' perché ultimamente non c'è nulla che mi attragga particolarmente e un po' perché anche se la pensione è ancora lontana, tra qualche mese entrerò nei quaranta, quell'età misteriosa a partire dalla quale pare sia piuttosto improbabile riuscire a vedere qualcosa senza addormentarsi a meno di non essere in una sala cinematografica (ma per questo, ahimè, dovremo aspettare ancora un tempo indefinito!) 

Mi metto nel letto, assaporo la libertà della mia faccia senza trucco, dei mie vestiti comodi, il calore dei  gatti che vengono a tenermi compagnia e leggo, o almeno ci provo. Dico ci provo perché da tempo non mi capita di venire rapita e trasportata in quella dimensione simile alla tossicodipendenza che solo una lettura coinvolgente sa provocare. I bei libri, lo sappiamo tutti, sono quelli da cui non riesci a staccarti nemmeno un istante, quelli che ti porti ovunque e che se non hai un secondo per aprirli trovi una scusa per farlo, anche a costo di rinunciare ad altro. Il problema poi, non è solo questo, ma la mia insana tendenza a distrarmi quando arriva una notifica sul telefono, motivo per cui il solo modo per poter sperimentare la pace di cui vi parlo è disconnettermi da qualunque maledetto aggeggio elettronico e immergermi tra le pagine.

La pace, dicevo, ecco, la pace vera per me è tutta racchiusa in questo momento. 

Quindi adesso spegnerò il portatile, accenderò le due abat-jour e appoggerò i cuscini contro la spalliera, allungherò la mano verso il comodino e preso l'ultimo libro che mi sta tenendo compagnia da due sere a questa parte mi godrò anche oggi il mio momento di pace perfetta.