venerdì 9 giugno 2017

Giorno novantanove: l'ultimo giorno di scuola.

L'ultimo giorno di scuola è un giorno molto importante.

In lui convivono sentimenti ed emozioni violente e contrastanti.
L'ultimo giorno di scuola è la leggerezza della libertà colorata come i palloncini che lasciamo volare in alto per salutare i bimbi della quinta, quelli che chiudono un ciclo e aprono un nuovo capitolo della loro vita.
Ma è anche il giorno delle lacrime per qualcosa che finisce,
dei saluti, per qualcuno che non rivedremo per giorni, settimane, mesi.
Per qualcuno che non torneremo ad incontrare.

Il mio ultimo giorno di scuola ha il sapore degli abbracci più veri che mi siano stati concessi dalla vita, degli occhi vivaci che mi salutano in silenzio.

Ha il profumo di una serata che mi fa tornare ventenne, quando si andava a ballare la nostra musica, quando il palco si accendeva di chitarre e batterie, quando si fumava di nascosto e se si veniva scoperti si diceva che i vestiti puzzavano perché gli amici fumavano.

Il mio ultimo giorno di scuola sa di birra e occhi giovani, ha il sorriso di un semi- sconosciuto incontrato per caso in un viaggio verso Roma e che oggi canta su un palco, ha la voglia di una risata e di un abbraccio nuovo, di qualcuno che non c'è, che non esiste, ma di cui mi pare di poter immaginare il profilo e l'odore.

Il mio ultimo giorno di scuola è un po' nostalgico e un po' felice.
Sono stanca, anzi, sono distrutta, ma domani la mia sveglia suonerà più tardi e da lunedì le lezioni saranno finite, sarò più libera e avrò più tempo per me.

Vorrei che certe notti d'estate non finissero, perché è qui che si nasconde, assopito tra le strade vuote delle periferia, il segreto vero della felicità: il tempo passa e tu ti senti sempre uguale, come se la cosa non ti riguardasse, come se davvero fosse incredibile che la gente continua a nascere dopo di te, come se, quando ti chiamano "signora"stessero parlando ad un'altra.

L'ultimo giorno di scuola, quest'anno, ho cancellato un numero che non devo più vedere e ho aperto uno spiraglio verso qualcosa di nuovo.

Perché vorrei che finalmente fosse l'ultimo giorno di qualcosa che ormai non ha più senso di esistere e soprattutto, il primo di qualcosa di diverso.

Non so se tutto questo abbia un senso, non so se la vita mi darà una nuova possibilità, ma mi piace pensare che tornerà l'estate anche per il mio cuore anestetizzato, inebetito da un anno di dolore, mi piace sperare che la prossima notte stellata sarà per me e per un paio di occhi nuovi.




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