mercoledì 24 maggio 2017

Giorno novantacinque: trantacinque gradi in attesa della libertà.

Giorno novantacinque, sono fuori tempo massimo.
Avevo promesso di scrivere un post al giorno e tante volte non ci sono riuscita.

Le ore di una giornata non bastano mai quando lavori tanto e provi a farlo bene, ma soprattutto quando oltre a lavorare vuoi anche vivere e allora fatichi a rinunciare alle tue passioni, anzi, proprio non hai alcuna intenzione di farlo!
Così arrivi alla fine di Maggio, al tuo novantacinquesimo giorno da quando hai deciso di accettare una sfida che ti sei lanciata da sola e un po' ti arrabbi con te stessa per non esser riuscita esattamente nel tuo intento, ma poi sorridi e ti dici che va bene lo stesso, che in fondo se non sei riuscita a scrivere un post al giorno poco importa, l'importante è che tu quelle ragione per sorridere le abbia trovate nel quotidiano anche se non sono finite su questa pagina.

Giorno novantacinque, meno dieci alla libertà.

Il nove Giugno finirà la scuola.

Poi restano ancora parecchi giorni di lavoro: burocrazia, adempimenti vari, pratiche noiose che non dovrebbero nemmeno toccare a un insegnante, ma sarà tutto meno intenso.
Torneranno le lunghe giornate dai ritmi più distesi, la sveglia smetterà di essere il mio peggior nemico, finalmente potrò dedicarmi alle mie camminate, ai giri in bici con la macchina fotografica al collo, a leggere senza dover scegliere se dedicare mezz'ora a quelle pagine o al sonno.
Mi aspetta un'estate colorata di idee, movimento e luce.
Ho in cantiere sogni e progetti.
Ci sono cose da muovere e altre che arriveranno da sole.
Ci pensavo oggi sorridendo mentre tornavo a casa.

Sono giorni molto stancanti, mi accorgo di trascinarmi dalla fatica che faccio a scegliere cosa indossare al mattino, dalle scarpe che non c'entrano molto con il resto dei vestiti, dai capelli che non ho tempo di andare a tagliare.

Eppure, nonostante tutto questo, sto bene.

Non lo dico per convincermene, come qualcuno sostiene, lo dico perché lo sento.
Stare bene ed essere felici sono due concetti che stanno vicini l'uno all'altro, si sfiorano, si fondono in una cosa sola.
Anche quando senti che ti manca qualcosa, anche quando comprendi che la perfezione non esiste e che la felicità non è quella preconfezionata con cui sei stato cresciuto dal mondo in cui vivi.
Anzi, forse proprio quando comprendi che felicità e perfezione non sono sinonimi inizi realmente a vivere.
Accetti le tue imperfezioni, abbracci le tue mancanze, ti perdoni, impari a dare spazio a quello che sarà, smettendo di rincorrere, di forzare, di aspettare.

Giorno novantacinque.

Oggi non è successo niente di speciale a parte trovarmi nel piatto una fetta di pollo a forma di cuore, leggere centinaia di messaggi di una persona che ormai sento di poter lasciar andare senza più dolore, pensare a una valigia per un ritorno importante, sentire che sto bene anche nella mia meravigliosa vita imperfetta.





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