mercoledì 17 maggio 2017

Giorno novantadue: Pollicina.

Sono giornate ad altissima densità di impegni, fretta, corse forsennate contro il tempo, consegne, scadenze, doveri, impegni, sveglie che suonano troppo presto e il mio corpo che non riesce a rispondere come dovrebbe e che si riaddormenta per ancora due minuti, dai ancora cinque...merda! Ne sono passati venticinque, sono in ritardo!
Prepararsi in meno di mezz'ora per una come me che ama rispettare la sua natura lenta, per una a cui piace prendersi il caffè con calma e mettersi il mascara per bene piegando le ciglia come va fatto, per una che i vestiti non se li prepara certamente la sera prima, per una che deve ricordarsi i libri, l'acqua fresca per i gatti, controllare che siano usciti da armadi e rientrati dal balcone...è davvero troppo poco e ultimamente sta succedendo troppo spesso.
Segno che ormai sono in riserva, che la mia testa e il mio corpo hanno bisogno di uno stop prolungato di quelli dove riprendi fiato, vita, colore.

Ma oggi sono successe cose magiche, come spesso mi accade.

Non mi stanco mai di guardarmi intorno mentre cammino per strada e tra una corsa e l'altra scorgo i segni che amo scovare, proprio come una piccola Pollicina che cerca la sua strada fatta di minuscole briciole di pane, per arrivare finalmente a Destinazione.

A scuola mi hanno portato una torta.
A forma di cuore.

I cuori mi inseguono: li trovo ovunque, addirittura nelle pozzanghere, come qualche mese fa mi successe.
Foglie sotto gli alberi, coriandoli sui marciapiedi, scritte microscopiche dove non crederesti mai, caramelle che mi vengono offerte e via dicendo.
Qualcuno mi chiamava Regina di cuori, per questo motivo.
Il mio zerbino ha un cuore disegnato sopra.
E un cuore di rafia sta appeso alla porta di casa.

Più tardi, uscendo da un'estenuante riunione, sono incappata in un piccolissimo foglietto di carta con sopra disegnato ...un cuore!

Assurdo come le cose senza senso apparente siano in grado di rallegrarmi le giornate, anche quando il carico da portare si fa pesante, anche quando di tutto ho voglia, tranne che di emozionarmi per delle piccolezze senza logica.

Continuo il mio cammino seguendo segni sparsi sui marciapiedi, tra le forme delle nuvole, nelle sagome dei fiori.
Le mie briciole sono minuscoli chicchi di poesia semplice.
Il mio intento è dare ad ogni dettaglio un posto preciso, saperlo leggere e collocare nella strada che mi porta verso Casa.

Sorrido, adesso.
Chissà quale altro dettaglio incontrerò domani.








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