Oggi voglio raccontarvi una storia.
C'erano una volta un uomo di ghiaccio e una donna di burro.
I due vivevano indisturbati: il primo la sua vita di imperturbabile e glaciale quotidianità, l'altra nel costante vizio di sciogliersi ogni qualvolta che una fiamma le si avvicinava troppo. Un giorno il caso volle farli incontrare e così, in un pomeriggio di inizio giugno, maglione verde e ombrello in mano lui, maglietta marinara e zainetto rosso lei, finirono per sfiorarsi. Ecco che da quell'incontro scaturì qualcosa che non è possibile definire con alcun tipo di etichetta.
Passarono i giorni, le settimane, i mesi. Il legame cresceva e insieme si spezzava. I due, chiaramente incompatibili, ma al contempo incredibilmente uniti da qualcosa di inspiegabile e sicuramente vissuto in maniera diversa da ciascuno di loro, si avvicinavano per poi allontanarsi. Si facevano la guerra e poi si accarezzavano, passavano le ore a fuggire per poi rincorrersi, un po' nel tentativo di salvare loro stessi, un po' nel desiderio di non perder l'altro.
Tutto era molto strambo, senza capo né coda.
C'era confusione, c'era paura, c'era qualcosa di poco sano e qualcosa di fragile da proteggere.
C'erano le tazze di caffè che si raffreddava vicino al letto, c'erano le lacrime di incomprensione, c'erano le mattine in cui poche parole che si accendevano sullo schermo riempivano i vuoti costruiti la sera prima, c'erano i silenzi gonfi di parole. C'erano i baci sulla nuca, c'erano i colpi bassi inferti con leggerezza, c'erano le mani intrecciate sotto al lenzuolo per non scivolare via nel sonno. C'erano i film mai visti fino in fondo, c'era la certezza che era tutto senza futuro e forse anche senza presente.
C'era tanto, tantissimo e a volte niente, un niente infinito.
Faceva male e la donna di burro sentiva che si stava inevitabilmente sciogliendo, ogni giorno un po' di più.
Ma non voleva smettere.
Non voleva e solo lei sapeva il perché. E nemmeno l'uomo di ghiaccio, che poco per volta iniziava a sciogliersi anche lui, voleva smettere e solo lui sapeva il perché.
Nessuno poteva capirlo, nessuno poteva capirli, anche se in molti giudicavano, semplificavano. Anche se in tanti sembravano avere la soluzione riducendo tutto a poche banali definizioni, ritornelli ascoltati troppe volte.
La donna di burro si diceva che prima o poi avrebbe detto basta e quando quel giorno arrivò, non fu realmente lei a deciderlo e in fondo nemmeno lui, fu piuttosto il caso, fu la vita, come spesso succede, fu la non scelta perenne.
Quell'ultima serata che passarono insieme le donna di burro tacque tutte le parole che avrebbe voluto dire perché di parole se n'erano spese tante ed ormai era stanca. Lui fece lo stesso, forse per la medesima ragione. Eppure dai loro occhi qualcos'altro parlò per loro.
E la ragione per essere felici, in tutto questo, dov'è? Sembrerebbe una storia triste, ma a guardar meglio non lo è affatto.
A volte per capire certi misteri non possiamo far altro che passarci in mezzo. Inutile aggirarli, inutile ignorare quello che davvero siamo, inutile fingere che agiremo come agirebbero gli altri.
Quella sera, mentre cenavano insieme e più tardi, poi, sul divano bianco, la donna di burro capì che non avrebbe avuto altra scelta se non quella di viversela fino in fondo, così come aveva fatto.
Capì che quel suo lento liquefarsi era finito. In quel preciso momento, per la prima volta, ebbe chiarissimo davanti a sé che mai più avrebbe concesso a nessuno di tenerla così in sospeso, che mai più avrebbe accettato il compromesso di qualcosa di indefinito che non era ciò che realmente desiderava. Capì che le relazioni devono aggiungere e non togliere, che le cose troppo complicate l'avevano ormai stufata, che non c'era più spazio per chi teme la scelta, per chi non vuole rischiare, per chi dice di non sentire, ma non è in grado di fare un passo indietro. E l'uomo di ghiaccio, forse per la prima volta, si stupì di quella nuova consapevolezza che le lesse in viso, si sorprese che lei non stesse piangendo e di quanto fu determinata nel salutarlo, senza tornare sui suoi passi.
Realmente pensate che capire una cosa del genere non sia motivo di felicità?
La donna di burro sentì che smetteva di essere di burro e iniziava a diventare un po' più solida. Sentì che niente l'avrebbe più sciolta in quel modo, che nessun fuoco le avrebbe più fatto perdere la sua forma.
Quella era la sua promessa, per la prima volta, realmente sentita dentro di sé.
Chiuse la porta e nella malinconia di quel saluto, nell'amarezza di qualcuno che ci lascia, intravide anche i passi di qualcuno di nuovo che arrivava e così un addio diventò anche un benvenuto alla nuova Lei.
https://www.youtube.com/watch?v=NcEZEWeNTOY
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