mercoledì 22 febbraio 2017

Giorno ventidue: home is where your (white) heart is.

Reduce da una giornata infinita, finalmente mi concedo il lusso di sedermi a scrivere.

A parte i gatti sotto al divano che continuano a trovare mille maniere fantasiose per distruggere ciò che ancora resta di lui, tutto intorno è silenzio.
Solo il lieve lamento del frigo a tenermi compagnia e il fiato del gas, dove l'acqua per la tisana sta per bollire.

Casa mia è un minuscolo nido, un tempio sacro e privato senza troppe pretese, ma con molta personalità. O almeno, così dicono.
Ho sempre considerato una priorità e un privilegio avere una casa che ci assomigli e forse a forza di sederci sui suoi pavimenti, di dormire tra le sue lenzuola e di mangiare sulla sua tavola, finiamo anche noi per assomigliarle (un po' come quella storia del cane che assomiglia al padrone o forse al contrario, non ricordo esattamente!)

La mia casa è piccola, prevalentemente bianca: qua e là macchie sparse di colori tenui, tanti libri e foto, molte delle quali attendono ancora di essere appese. Ci sono lettere e disegni attaccati al frigo accanto a numerosi magneti che scelgo con una cura ossessiva cercando di evitare come la peste l'effetto souvenir, cartoline in bianco e nero, parole e numeri sparsi un po' ovunque, vecchie macchine fotografiche da quattro soldi, matrioske, tante matrioske.

Mi piace, parecchio.
Certo, non è esattamente quello che sognavo, ma si avvicina molto all'idea di casa che avevo in mente.

Quando ci sono entrata a vivere è stato divertente ascoltare i commenti di amici e conoscenti.
Qualcuno mi ha detto che casa mia profumava di Ikea - e questo per me è un complimento, badate bene!- altri che era "troppo bianca" e che avendo all'epoca un famoso copripiumone, ovviamente bianco, con le lettere dell'alfabeto nere stampate sopra "sembra di stare allo stadio della Juve quando dormi qui!" che detto da un torinista è un palese insulto. C'è poi chi ha affermato che " è troppo curata nei dettagli, mi mette l'ansia!", o ancora "ci sono troppi cuori, non potevi che viverci tu!". Insomma, devo dire che è una casa che ha riscosso grande successo tra le donne e pochissimo tra gli esponenti del genere maschile, fatta eccezione per un caro amico il cui senso estetico è molto affine al mio e con il quale ho potuto brindare con soddisfazione alla mia Casa Bianca!
Dopo lungo riflettere ho concluso che il primo uomo che la saprà realmente apprezzare in tutta la sua bianca piccolezza, sarà quello giusto per me!

A casa mia mancano poche cose, devo essere sincera e sono anche convinta che nella prossima ci saranno tutte. Per ora ciò che mi manca è un terrazzo che vorrei convertire nell'estensione dell' interno durante i mesi più caldi e qualche grossa e luminosa finestra che mi permetta di avere delle piante a farmi compagnia.

Tuttavia ciò che ho è sicuramente più importante: amo la sensazione di rintanarmi in un luogo che mi assomiglia in tutto il suo eccessivo biancore e con il suo troppo cuore. Bella, così, nelle sue imperfezioni infinite.





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