domenica 12 febbraio 2017

Giorno dodici: Dolcetto e tarocchi.

E così succede che una domenica piovosa di febbraio, una domenica di quelle in cui la malinconia ti riempie e tu non sai come uscirne, decidi di fare qualcosa di diverso: chiami una delle tue migliori amiche e insieme andate a farvi un aperitivo tra risate e vino, lacrime e tarocchi.

Il bar è piccolo quanto basta, l'atmosfera intima. Il posto è uno di quei rari locali dove tutto sa ancora di autentico, dal bancone alle facce di chi ci sta dietro e servirti da bere.
Tra un Dolcetto e una crema di ceci passi la serata a chiacchierare, riflettere, scherzare e sospirare.
Ti trovi a dire grazie, non sai nemmeno tu a chi, per le amiche e gli amici che la vita ti ha regalato e a pensare che senza di loro saresti davvero persa.

Poi ti fai leggere le carte: un tentativo tra il serio e il faceto di mettere chiarezza nel casino della tua vita, di spiegare, anche se ti dici che non ci credi, di comprendere, di dare un'interpretazione alla confusione che riempie le tue giornate.

E incredibilmente succede che le carte hanno ragione.

Inspiegabilmente accade che quei tarocchi ti raccontano qualcosa di te che tu già sai, ti confermano quanto avevi bisogno di sentirti dire.
Eppure la persona che hai davanti non sa nulla di te, eppure hai pescato quelle carte a caso, eppure questa cosa dei tarocchi la stai facendo per gioco, eppure non ci hai mai creduto.

Eppure, eppure, eppure.

Eppure credevi che le cose fossero o bianche o nere, ma con il tempo hai capito che esistono miliardi di infinite sfumature e di situazioni intermedie che non si collocano né da una parte, né dall'altra.
Improvvisamente hai compreso che non esiste il giusto e lo sbagliato, che quando tutto era sì o no, era molto più semplice, perché non esisteva spazio per le incertezze, le variabili, le possibilità.
Eppure ora sei cresciuta e ogni cosa ha assunto un colore diverso, un valore nuovo, un'assenza di sicurezza, ma allo stesso tempo un nuovo senso fatto di nuovi punti di vista.

Eppure ora sei tu, davanti a quella nuova te che inizi a conoscere solo adesso.
Sei tu, ancora con i tuoi amici, il vero unico e certo rifugio, sei tu, senza il moralismo che ti era stato insegnato, quello che giudica dall'alto di un'ipotetica correttezza.
Sei tu: imperfetta, nuova, rotta, svuotata, ma in rinascita.

Sei tu: un bicchiere di dolcetto, una fetta di torta da dividere, l'amicizia sacra e i tarocchi.
E sei felice di tutto questo.
Sei felice, delle tue ombre e del tuo nuovo risplendere.
Felice nonostante la fatica.






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