venerdì 3 febbraio 2017

Giorno tre: la mongolfiera.

Questa mattina andare al lavoro è stato particolarmente difficile: era venerdì e come ogni venerdì i bambini erano incontenibili, stremati, iperattivi, difficili da gestire.
Io anche.
Ad aggravare la situazione un'influenza latente da una settimana circa che ha deciso di esplodere in tutta la sua fastidiosa potenza proprio alle porte del fine settimana, facendomi, tra le altre cose, cancellare ben tre impegni a cui tenevo particolarmente.
Così mi ritrovo qui seduta con la mia tazza fumante di qualcosa che mi illudo possa aiutarmi a star meglio e se penso all'intento di questo mio spazio fatto di parole, mi viene subito in mente un piccolo meraviglioso regalo che ho trovato sulla cattedra a fine intervallo.
Adoro i disegni e le creazioni dei miei piccoletti: la loro capacità di giocare con la fantasia è un balsamo prezioso che mi ricorda l'importanza di proteggere la bambina che ancora porto dentro di me. In questo caso la sorpresa e l'entusiasmo salgono alle stelle per via del soggetto liberamente scelto dall'artista in questione.
Vi racconto: qualche tempo fa, a cena con un'amica, si discute di letture interessanti e finiamo a disquisire di legge dell'attrazione e affini. Mi racconta che in uno dei libri che aveva letto su questo dibattuto argomento, si consigliava al lettore di scegliere un "segno", un oggetto, un simbolo che fosse rappresentativo o importante per sé e che ogni volta che lo si fosse incontrato sul proprio cammino, significava che si stava andando nella direzione giusta. Bene, quella sera stessa scelgo la mongolfiera, istintivamente e senza pensarci troppo. Non ci crederete, ma da quel giorno mi è successo tantissime volte di imbattermi in foto, disegni, immagini televisive e via dicendo rappresentanti il mio segno. Lo so, obbietterete che è perché da quel momento ci ho fatto caso e forse è davvero così, tuttavia sono certa che converrete con me sul fatto che una mongolfiera non è proprio facile da rintracciare come, che so io, una Cinquecento bianca!

Insomma, sarò ingenua, ma mi piace crederci!
Mi piace da sempre mettere un po' di magia alle "finte casualità" della vita. Non ho mai creduto nel caso, quanto piuttosto nel fatto che qualcosa intorno a noi ci parli, ci mandi dei segnali e che stia a noi, attraverso la nostra personalissima grammatica sentimentale, interpretarli, dare un valore ed una collocazione a ogni singolo dettaglio.



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