mercoledì 1 febbraio 2017

Giorno uno: Camminare tra la nebbia

Cammino tra la nebbia mentre attraverso il grande parco. I rami si cancellano quasi imbevuti di questa strana e impalpabile malinconia. Il fiume sotto i miei passi è stato inghiottito dal grigio, solo qualche macchia bianca di ali di gabbiano.
Ogni mattina questo è il mio tragitto verso il lavoro.

Oggi inizia un nuovo mese, il mese che amo di meno in assoluto: Febbraio è il più umido, il più freddo, il mese in cui l'inverno sembra trascinarsi infinito nascondendo gelosamente Marzo che a breve tornerà.

Quando stamattina ho aperto gli occhi e ho sbirciato fuori dalla finestra, la prima sensazione è stata di sconforto, ma poi, qualche istante dopo ho avuto una sorta di piccola illuminazione: ci sono cose, come questo non cielo fumoso, che accadono e che non possiamo controllare.
Quello che però possiamo fare è cambiare il nostro punto di vista su di esse: smettere di opporci, lasciare che tutto accada, cercando i fiori anche tra le crepe dell'asfalto più ostinato.
Così mi sono preparata il mio caffè con un lieve nuovo sorriso sulle labbra e una sensazione inattesa di leggerezza.
Quando impariamo a lasciar andare viviamo uno dei momenti più felici della nostra esistenza. Solo abbandonarsi fiduciosi, affidarsi a ciò che accadrà, lasciare che ogni cosa fluisca senza opporre resistenza.

È tempo di fare spazio, di lasciare indietro i fardelli pesanti, di ripartire.
Ed io lo faccio da qui, oggi: da una passeggiata lieve tra la nebbia che rappresenta il primo di trecentosessantacinque motivi per cui essere felici, la prima piccola futile ragione per sorridere anche oggi.



A breve sarà primavera.


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