Ultimamente, sul web e non solo, si è diffusa una filosofia piuttosto condivisibile circa l'importanza del liberarsi di ciò che non usiamo, del fare pulizia, di riprenderci il nostro spazio.
Non so bene se si tratti di una naturale reazione al consumismo estremo di un'epoca che ormai, a mio avviso, è in declino o se si tratti piuttosto di qualcosa che va a braccetto con certe correnti di pensiero orientali che da sempre individuano nel possesso dell'essenziale uno strumento necessario alla realizzazione interiore dell'individuo.
Al di là di tutto, viviamo in città sempre più popolate, appartamenti sempre più piccoli e abbiamo la tendenza ad accumulare una quantità di cose inutili che spesso ci privano di spazio vitale, riducendo le nostre case a musei del superfluo.
Come spesso mi succede nei confronti delle mode, cerco di capire prima di lasciarmi andare ai facili entusiasmi, ma in questo caso, devo ammettere che mi trovo piuttosto in accordo con quello che ho letto e sentito dire.
Non credo che sia partito tutto da "Il magico potere del riordino", best seller di un'autrice giapponese che in poche pagine regala consigli (a volte inattuabili, altre volte interessanti) per trasformare la teoria in pratica.
Di certo c'è che il pensiero che sta alla base della questione non è nulla di nuovo, ma affonda le sue radici in alcune antiche tradizioni, tra cui quella delle pulizie di primavera.
Per la religione cristiana la Pasqua, tempo dell'anno che coincide all'incirca con l'arrivo della primavera, è il momento della rinascita, della risurrezione, della luce dopo le tenebre dell'inverno.
Torna la vita e con lei la voglia di pulizia, di colore, di aria nuova.
Non mi dilungherò oltre in considerazioni antropologiche o simboliche legate a quest'usanza, ma credo che risalire all'origine di certe tradizioni sia utile al fine di coglierne il vero senso.
Adesso, però torniamo a noi.
Come dare un senso ad un sabato piovoso in cui avevi in programma tutt'altro che stare a casa, ma in cui ti vedi costretta a farlo per via dell'ennesimo bidone tirato all'ultimo momento?
Semplice: dedicandoti ad un'approfondita pulizia, non solo di casa, ma anche della tua vita!
Sto vivendo una fase in cui questa ormai è diventata un'esigenza primaria.
Parlo di fare pulizia nelle mie frequentazioni, nelle relazioni, non mi riferisco alla casa.
Crescendo si acquisisce una certa consapevolezza che prima non si aveva, si impara a conoscersi, a capire cosa si è disposti a sopportare e di cosa, invece, è meglio liberarsi.
Ho sempre reputato le relazioni la cosa più importante della mia vita: parlo di amicizia, di amore, ma non solo.
Ogni relazione che intrecciamo è degna di rispetto, necessita di tempo e di attenzioni, altrimenti è destinata a morire.
Logicamente non tutte le relazioni possono essere profonde allo stesso modo, ma credo fermamente che anche in quelle più leggere, più superficiali nel senso letterale del termine, sia necessario investire un po' di noi per fare in modo che restino in vita.
Con l'età ho imparato a esser più selettiva, ho capito che non ho bisogno di circondarmi di conoscenti, ma che preferisco avere pochi amici, ma di quelli Veri.
Questo non mi rende un'asociale, ma una persona esigente che vuole tanto, perché prova a dare tanto.
Il tempo a nostra disposizione è sempre troppo poco: il lavoro, gli impegni ci privano di ore preziose ed energie e quello che rimane lo voglio passare con chi lo merita, con chi grazie alla sua presenza può arricchire la mia vita, con persone alle quali ho piacere di dare qualcosa, a mia volta.
E allora basta perder tempo con chi non ha la maturità di curare un'amicizia, con chi non ha voglia di ascoltare, ma vuole solo parlare mettendo al centro di tutto il suo narcisismo esasperato.
Basta egocentrici, basta inaffidabili, basta persone con le quali anche riuscire ad organizzare una serata per vedersi implica una fatica immane di mesi e mesi e poi, una volta trovata la soluzione, all'ultimo disdicono tutto.
Ormai siamo persone incapaci di tenere fede alla parola data, il concetto di impegno è sfumato a favore del "magari trovo qualcosa di più interessante all'ultimo".
Nessuno si fa problemi a cancellare i piani altrui: basta un attimo e nemmeno ci si sente colpevoli, basta un messaggio scritto, nemmeno la fatica di fare una telefonata, nemmeno il coraggio.
Così, sempre meno responsabili, sempre più concentrati su noi stessi, piano pian stiamo uccidendo l'idea del rispetto verso l'altro.
Conta solo l'individualismo estremo, solo l'appagamento - e che sia immediato!- delle nostre esigenze.
Dimentichiamo che dall'altra parte esiste una persona che ci aveva riservato del tempo -il bene più prezioso che abbiamo-, che quella persona sperava di passare con noi una bella serata - eh sì, vivere senza aspettative, ecco l'altro grande tormentone del momento!-, ma questo non conta, nulla conta, a parte noi stessi.
Ecco, tutto questo mi ha stufata.
Adesso è tempo di pulizia.
Spolvero i miei mobili, pulisco a fondo nei cassetti, butto via cose che non uso da anni e che mai userò (analogamente, se siamo riusciti a non vederci per un anno, non è poi così necessario vedersi adesso, forse!), passo l'aspirapolvere, lavo il pavimento.
La casa ha una faccia diversa: profuma, respira, c'è aria nuova, spazio nuovo per cose nuove.
La mia casa, la mia persona, è pronta per accogliere qualcuno di nuovo, ma solo se questa persona avrà voglia di dedicarmi il suo tempo, di chiedermi come sto ascoltando la risposta, di dedicare cura e attenzione all'amicizia o all'amore che costruiremo insieme.
Ho voglia di relazioni autentiche, non ho bisogno di qualcuno con cui ammazzare il tempo, né di qualcuno che mi scaldi il letto.
Tutto il resto, la polvere, gli oggetti superflui che servono solo a riempire, non m'interessano più.
Tempo di pulizie, di selezione, tempo di concedersi ciò che mi merito.
Tempo di primavera, di luce e spazio nuovo per rinascere.
(foto dal web)