Inizialmente è stata una vera e propria rivoluzione per una come me che nemmeno sapeva nuotare, nonostante la dimensione dell'acqua mi fosse sempre risultata piuttosto familiare e piacevole.
Passavo le mie estati immersa nel blu, a mollo senza poter fare altro che passeggiare, con la frustrazione di non sapere cosa si provasse a galleggiare in quell'acqua così trasparente.
Fino a quando mi sono detta che in fondo, se tutti riuscivano, ce l'avrei potuta fare anche io: del resto si trattava semplicemente di arrendersi a una legge fisica.
Così ho iniziato a frequentare una piscina.
Dapprima con un'amica, poi da sola.
Prima per un corso di fitness e poi per uno di nuoto.
Ogni volta che si inizia una nuova attività, soprattutto di quelle sportive, c'è l'entusiasmo dei primi tempi, poi, poco per volta, la pigrizia prova ad afferrarti di nuovo e tirarti giù verso di lei, tentandoti con il pensiero di un sonno ristoratore o di un film sul divano.
Ho sempre avuto una volontà piuttosto debole in questo genere di cose, ma devo ammettere che negli ultimi anni sono migliorata parecchio.
Fino a quando andare in vasca non è diventato un vero e proprio piacere, l'odore del cloro ha iniziato a risultarmi addirittura gradevole, il caldo umido un abbraccio sereno contro il gelo delle giornate invernali.
Ma riuscire a conciliare lavoro, passioni, vita sociale e impegni vari resta comunque un lavoro da prestigiatore: se sgarri un incastro, il castello crolla in un istante.
E quindi ci sono state volte, come questa, in cui per salvaguardare l'equilibrio difficilmente raggiunto, mi sono trovata davanti ad una scelta complicata: meglio correre in piscina come una pazza dopo il lavoro, faticare senza quasi aver potuto pranzare se non con un panino al volo durante il tragitto, per poi tornare -sempre di fretta- a scuola, fino alle sette di sera oppure sacrificare alcune preziosissime ore di sonno il venerdì mattina, alzarmi all'alba e riuscire così a seguire il corso per poi andare a scuola?
Dopo una lunga analisi dei pro e contro e un periodo di prova di entrambe le opzioni, mi decido a fare il grande passo: rinnovo l'abbonamento e scelgo il venerdì mattina.
Alzarmi, soprattutto l'unico giorno in cui potrei riposarmi e ancor di più quando il giorno prima è stato il più duro della settimana, richiede davvero uno sforzo sovrumano.
Ma il piacere fisico e mentale che provo una volta superata l'immensa pigrizia di scendere dal letto, aver raggiunto la piscina ed aver faticato i miei cinquanta minuti sul tapis roulant correndo e saltellando a ritmo di musica, è talmente intensa che conferma che è stata quella giusta.
L'attività fisica al mattino mi riempie di forza.
Non so se sia per via delle endorfine o perché effettivamente al mattino si è più attivi, ma ogni volta che esco dalla vasca mi sento piena di energia e di voglia di fare e l'effetto dura tutta la giornata.
L'insegnamento più grande che lo sport mi ha dato è che le cose belle costano fatica, ma che in fondo, regalano soddisfazioni molto più profonde di quelle che non richiedono sacrificio, perseveranza e volontà.
Oggi il mio pensiero positivo è affiorato da una vasca dal fondo blu, dove ora posso finalmente galleggiare libera dalle tensioni e dai timori immotivati, scaricare tensioni, faticare felice e sentirmi orgogliosa del mio aver scelto la strada più impegnativa, ma che so essere la migliore.
(foto dal web)
Nessun commento:
Posta un commento