Oppure, si può viaggiare molto poco o non abbastanza quanto si vorrebbe, ma riuscire a incontrare, scorgere, intingere gli occhi, immergersi a pieno stabilendo un contatto quasi carnale con i luoghi che si percorrono.
Anche con quelli di tutti i giorni.
Anche con le strade che calpestiamo quotidianamente, innamorandosi di cieli consueti o angoli familiari.
Proust scriveva che " Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi".
Mai come in questo caso posso sentirmi in sintonia con lui.
Credo che la passione per il viaggio ce la portiamo dentro sin da piccoli, che sia un po' una sorta di malattia che più coltivi e meno riesci a tenere a bada. Appena torni da un posto nuovo vorresti immediatamente ripartire.
Io di viaggi importanti ne ho fatti tanti, ma uno, in particolare è stato decisivo ed è stato quello che mi ha regalato occhi nuovi verso la vita.
Da quella prima domenica mattina a Madrid, sola, a spasso senza meta in una nuova vita improvvisata dall'oggi al domani, proprio come un vero flânuer, ho imparato a sorprendermi, o per meglio dire, ho re-imparato ad innamorarmi, di ogni luogo che percorro.
Pensavo a questo oggi, mentre immersa nel silenzio delle otto di mattina respiravo la luce del giorno tra le foglie.
Ci pensavo anche mentre camminavo in centro con il naso all'insù, persa nella perfezione del soffitto di una delle tante meravigliose gallerie torinesi: dentro fiorivano tavolini pieni di gente, una ragazza con un cappuccino ed un libro, una coppia che rideva rumorosamente, una signora con un cane accucciato ai piedi.
Ci pensavo, poi, più tardi, mentre attraversavo l'immenso ed elegantissimo salotto della città, la piazza delle chiese gemelle.
Io credo che il segreto stia nel sapersi sorprendere ancora.
Ancora, dopo anni e anni, riuscire a scorgere un'angolazione nuova, un dettaglio mai notato prima, una sfumatura diversa delle cose.
E tornare negli stessi luoghi ad ore diverse per apprezzarne la luce che cambia, in stagioni diverse per godersi lo spettacolo dei colori che mutano la visione, per sentire la vita che intreccia nuove storie, nell'incontro casuale con altre vite.
Il viaggio è dentro di noi, prima che fuori.
Me ne accorgo sempre di più e sempre più sono riconoscente al caso o alla vita o alla mia testardaggine, non so bene a chi, per questa inesauribile voglia di sorprendermi ancora dinnanzi a tanta bellezza.
Senza occhi nuovi, non si può partire.
Senza lo stupore, non siamo nulla.
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