martedì 11 aprile 2017

Giorno sessantasei: la mano fuori dal finestrino.

Ogni anno la stessa storia: arriva il caldo inatteso, senza preavviso.

Succede sempre così: al mattino giacca, foulard al collo e anfibi.
Poi esco da scuola verso l'una e mi sento fuori luogo come un'idiota impellicciata su una spiaggia rovente a ferragosto.
È arrivato il tanto temuto momento del "non esistono più le mezze stagioni", quel drammatico periodo dell'anno in cui capisci che non hai mai le cose giuste da metterti, che ogni paio di pantaloni, ogni giacca, non staranno mai bene con tutto il resto del tuo guardaroba, che per quante tshirt, camicie o gonne tu abbia, mai nessuna si potrà combinare in maniera sensata con le tue scarpe.
È arrivato quel momento in cui tutto viene messo in discussione: quest'anno, pensavi mentre ancora andavi in giro felicemente imbacuccata nella tua sciarpa di lana extra large, non mi frega: ho finalmente le scarpe giuste da mettere nella stagione di mezzo, ho comprato in saldo quell'impermeabile leggero che ad Aprile sarà perfetto e via dicendo.
Continui soddisfatta nei tuoi deliri mentali, mentre sai benissimo che invece, alla fine, nemmeno quest'Aprile sarà il momento adatto per sentirti finalmente a posto.
No, non sarà l'occasione giusta per smettere di andare in giro come una goffa adolescente scappata di casa in canotta e stivali di pelo.
No, perché di nuovo, ancora e forse per sempre, un giorno sarà inverno pieno con cieli grigi e piogge tropicali ad inzupparti quando avrai deciso, sbagliando, ovviamente, di indossare le prime scarpe aperte della stagione.
Ma il giorno dopo, sarà estate e guarda caso, quel giorno, tu avevi riesumato dall'armadio quei jeans pesanti e gli stivali di pelle, visto il tempaccio del giorno prima.
E sarà così per un bel po' di settimane, le settimane dell'imbarazzo, quelle in cui pensi che se nemmeno a trentasei anni sai ancora come devi vestirti, allora, forse non lo imparerai mai.

Ma in tutta questa inadeguatezza, in tutto questo sentirsi incapaci di fare la scelta migliore, succede sempre una piccola magia.

Di solito in una domenica di sole o in una delle prime sere davvero tiepide dell'anno: entri in macchina e senti forte il desiderio di far entrare un po' di aria da fuori.
E mentre guidi disteso o ti godi il viaggio, sul sedile del passeggero, riaffiora quel naturalissimo gesto del mettere la mano fuori dal finestrino e di lasciarla andare all'aria profumata di caldo.
È un gesto che sa di libertà infantile, di quelle cose che non andrebbero fatte, ma che in fondo non riesci proprio ad evitare.
Te ne vai in giro con la mano a penzoloni, ogni tanto la ammiri nello specchietto e in un istante ritorni indietro, mentre fuori tutto sembra restare uguale a quelle quasi estati di qualche anno fa.

Invece di cose ne sono cambiate tante.
Ma poco importa.
Adesso ti godi il sapore delle notti lunghe che tornano, il profumo dell'erba appena tagliata che entra dal finestrino, la mano che si lascia cullare dalla velocità.
Il gusto delle cose che ancora non sono.
Così, nella solita inadeguatezza di un Aprile quasi Agosto.


https://www.youtube.com/watch?v=ELv1ABkLdxc

(foto dal web)


Nessun commento:

Posta un commento