Sono nata oggi, alle cinque di pomeriggio in una domenica di Marzo di trentasei anni fa.
Forse per questo amo dormire: perché la domenica è il giorno senza sveglia, quello da passare in casa a oziare, almeno ogni tanto.
Trentasei anni.
Qualcuno li definisce "il giro di boa".
Da qui in poi è solo un progressivo scivolare verso "il peggio".
Si invecchia, non hai più vent'anni e manco trenta, da oggi in poi ne hai "quasi quaranta".
Questo è ciò che dicono in tanti.
Questo è quello che ripetono, con cantilene diverse, ma tutte con la stessa rabbia negli occhi e lo stesso godimento nel potertelo dire, finalmente, anche a te, le donne tristi.
Io dico invece che mi piaccio più adesso che a vent'anni.
Adesso che ho le rughe che prima non avevo e un corpo più imperfetto, ma anche una consapevolezza nuova e una forza che non conoscevo.
Il giorno del compleanno è un momento duro in cui si fa il punto della situazione e quest'anno, per la prima volta, mi sono trovata a non avere quell'entusiasmo che mi portava a sentirlo come un giorno speciale, il mio giorno, quello in cui regalarmi attenzioni, quello in cui splendere, mettendomi al centro della mia vita.
I motivi li conosco uno per uno, potrei chiamarli per nome e riconoscerli al buio toccandone solo il profilo.
In fondo anche questo, il diritto alla sofferenza, fa parte della vita e va non solo accettato, ma abbracciato.
Anche il dolore può salvarci, se solo smettiamo di sfuggirgli, se lo accogliamo e lasciamo che fluisca, fino a quando con un vento nuovo si allontanerà.
Ma oggi voglio pensare a quello di bello che ho nella mia vita, non solo a ciò che manca.
La vita può essere molto dura, anche senza grandi drammi.
Lo è per tutti.
Ma io ho un mazzo di fiori che brillano dei colori dell'estate, il privilegio di riempire quasi le dita delle due mani coi nomi dei miei veri Amici, un lavoro che amo, una piccola casa che mi assomiglia, una famiglia che è rifugio, ho un libro da scrivere, una città dove tornare a vivere e ho la voglia di sperare ancora che qualcuno arriverà, prima o poi, e che sarà per restare.
Perché sono io, così come sono.
Trentasei anni sono troppi per credere nella felicità?
https://www.youtube.com/watch?v=UW3IgDs-NnA
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