domenica 26 marzo 2017

Giorno cinquantatré: la vasca.

Nei miei sogni di adolescente mi immaginavo mamma a ventotto anni con una casa grande come quella in cui sono nata e cresciuta, una bella vasca da bagno e due gatti.

Di tutte queste fantasiose proiezioni, sono una risponde al vero.

Mamma non sono, vivo in una casa minuscola e ho una doccia: sì, è grande, ci si sta anche in due, ma non è una vasca!

Così ho sviluppato una sorta di complesso: l'invidia della vasca.
Quando entro nel bagno dei miei amici e vedo una vasca vengo colta da un desiderio fortissimo di averne anche io una, soprattutto perché con la vasca in casa ci ho passato la maggior parte degli anni della mia vita, viziandomi, nei momenti di stress, con un bel bagno caldo.
Quella del bagno lungo mezzo pomeriggio è una bella abitudine ereditata da mamma, solo che ora io, per poterla praticare ancora, devo tornare a casa dei miei genitori.
O chiedere asilo in uno dei bagni dei miei fortunati amici.
E così la domenica, a volte, quando vado a cena dai miei, ne approfitto per recuperare questa tradizione.

Oggi è stata una di quelle volte.

Ieri ho dormito poco e male.
Il cambio d'orario ha effetti negativi sul mio sonno.
Odio l'idea di dormire un'ora di meno perché il sonno per me è sacro e privarmi anche dieci minuti di dolce dormire mi crea irritazione.
Andare a letto alle tre con un caffè preso a mezzanotte non ha aiutato.
Così mi sono trascinata tutto il giorno questa stanchezza dentro e l'insoddisfazione di una domenica con la sveglia anticipata.
Dopo qualche ora di lavoro e malumore ho pensato che forse un bagno avrebbe potuto aiutarmi e così è stato.

Candele alla vaniglia, musica e sali da bagno.
Nient'altro, oltre al corpo accarezzato dall'acqua calda e i pensieri che evaporano uno dopo l'altro.
Immersi nell'elemento acqua ogni cosa sembra alleggerirsi, il corpo stesso che perde il suo peso ne è la prova, ci si ritrova liberi, in contatto con la parte più primordiale di noi, quasi come un ritorno alla dimensione del grembo materno.

L'accappatoio verde appoggiato sul termosifone tiepido, mi accoglie come il migliore degli abbracci.

Recupero pezzi della mia infanzia, recupero il profumo dei cassetti di casa mia, quello delle creme appoggiate davanti allo specchio, i colori del tappeto del bagno.

Intanto dal forno, il profumo di una lasagna invade la cucina.

Così anche oggi ho scovato qualche piccolo momento di felicità a rischiarare una giornata iniziata con il piede sbagliato.

Volersi bene parte dalle piccole cose come concedersi del tempo, regalarsi attenzioni.
Anche attenzioni apparentemente insignificanti come quelle di un bagno caldo in una giornata uggiosa.


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