Il sabato sera, si sa, bisogna uscire.
Altrimenti si è vecchi.
Altrimenti la settimana non ha senso.
Bene: sarò vecchie e la mia settimana non avrà senso per la maggior parte delle persone, ma questo sabato sera tra tisane, chiacchiere e la compagnia di un'amica prima e di un buon libro, dopo, mi sembrano il modo migliore per chiudere questa giornata di (in ordine sparso): film mancati (alla biglietteria del cinema siamo state derubate degli ultimi due posti disponibili da una coppia borghese sulla sessantina), lunghe camminate in un centro troppo affollato, caffè americani tra gatti stufi di farsi accarezzare dagli avventori e paste di Meliga avvolte in carta blu scintillante, tempi dilatati a perdersi tra gli scaffali di una delle mie librerie preferite alla ricerca di risposte, che chissà perché, uno crede che arriveranno proprio da quei volumi, nuovi gusti di gelato da assaggiare ancora un po' infreddoliti dalla giornata di nuovo semi autunnale.
E insomma questa sera c'era l'intenzione di uscire a bere qualcosa, ma la cosa, alla fine non è andata in porto e quindi perché non trasformare un cambio di programma in una piacevole sabato sera alternativo, che davvero più alternativo di così non si può?
Tra le mani questo nuovo libro di Mario Benedetti, autore che amo. Si intitola " Il diritto all'allegria". Dentro c'è spazio per tutto: mercati, guerre, piedi scalzi, uccelli, stupori. Dentro c'è tutta la luce di un autore che anche quando pensa in prosa, pronuncia poesia. Tra le pagine serpeggia il profumo della scrittura che incanta, la meraviglia di leggere qualcosa che riempie.
Trovare un libro che emozioni è sempre una magia che si ripete e più leggi, più vorresti leggere, più lo percorri, tra le parole nere di incommensurabile perfezione, più senti che dentro qualcosa in te sta lentamente cambiando, che ogni singola pagina ti lascerà diverso dalla persone che eri quando lo hai aperto per la prima volta, in quella libreria di passaggio che odora di partenze all'inizio dei binari, in quella stazione, un luogo dove ogni sguardo sa di transitorio, un luogo dove vorresti poter vivere per osservare i passanti che partono, gli abbracci del rincontro, le colazioni al bar consumate in fretta, la gente che si ferma a suonare il pianoforte in attesa del suo treno o di un attimo di notorietà.
Un libro è sempre una benedizione, è un viaggio dentro di noi, un passaggio a volte doloroso, a volte lieve in una dimensione altra che attraverso la parola ci avvicina alla struggente e confortante certezza di non essere soli.
"Abbiamo diritto all'allegria. A volte è fumo, nebbia o un cielo velato. Ma dietro questi contrattempi c'è lei, in attesa. Nell'anima c'è sempre una fessura a cui l'allegria si affaccia con le pupille vispe. E allora il cuore si fa più vivace, abbandona la quiete ed è quasi uccello."
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