sabato 18 marzo 2017

Giorno quarantasei: una sera al cinema.

Quello che succede dentro ad una sala buia di un cinema qualunque, in qualsiasi parte del mondo, a qualunque ora del giorno o della notte è sempre e solo Magia.

Del cinema amo le sale poco frequentate, i film che vedono in pochi, le proiezioni pomeridiane, la sensazione del tempo sospeso. 
Entrare in sala è come abbandonare ogni contatto con la realtà, lasciare fuori noi stessi con la nostra vita e immergersi nelle storie che si proiettano sullo schermo.

Mi piace il momento in cui un uomo, generalmente sui cinquant'anni, ci strappa il biglietto prima di entrare ed accomodarci sulla poltrona che sceglieremo accuratamente tra quelle rimaste vuote.
Mi piace quando si spengono le luci e con il buio inizia quel momento sacro di annullamento dalla realtà.
Amo quando la gente inizia ad abbassare la voce e spegne i telefoni.
Detesto chi accende lo schermo fastidioso dello smartphone durante la proiezione o commenta con il vicino come se fosse a casa propria.

In un attimo siamo altrove: siamo in quelle immagini, sentiamo con il cuore e le viscere del personaggio con cui siamo entrati in empatia, soffriamo con lui, passeggiamo per quelle stesse strade e percepiamo gli odori di quel cibo, il profumo di quella pelle, la luce che arriva da quella finestra. 
Esistono poche esperienze estetiche più totalizzante del cinema, a parer mio.
Nulla come un buon film è in grado di riempirci ed elevarci.
Così questo sabato mi godo un film in buona compagnia, aspetto come sempre che scorrano tutti i titoli di coda alla fine, mi alzo con la sensazione di stordimento che ogni volta caratterizza la fine della proiezione. 

Tornare alla realtà esterna è sempre un po' violento.

Passeggiamo chiacchierando, scambiandoci le prime impressioni, confrontando opinioni. 
Poco più avanti, un altro cuore mi aspetta sul marciapiede.

Anche per oggi ho respirato la mia dose di Bellezza.




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