domenica 12 marzo 2017

Giorno trentotto: un piacevole car sharing.

Spostarsi da casa, si sa, è sempre bello.
Anche quando si tratta di un breve fine settimana non troppo lontano. 
Anche quando si va in un posto che si conosce benissimo, dove si sono passate le estati dell'infanzia a casa dei nonni e dove si torna regolarmente.

Oggi vado a trovare un'amica, -in realtà vari amici- che vivono relativamente vicino a casa, ma abbastanza lontano da fermarsi fuori un paio di giorni.
Ed ogni parentesi di evasione dalla vita di tutti i giorni è una vera benedizione, soprattutto quando è un periodo complicato, soprattutto quando vuoi uscire da un pensiero che non ti dà tregua.
Così, caso vuole, che un'amica in comune sia in città e si offra gentilmente di darti un passaggio e di viaggiare insieme.
Ed ecco che anche il tragitto diventa un'esperienza piacevole oltre che costruttiva.

Con alcune persone nasce da subito un'intesa immediata, sin dalla primissima volta in cui ci si vede.
Io credo che nelle amicizie, così come in amore, si viva di entusiasmi spontanei, ci si senta “a casa” sin dal primo istante in cui ci si stringe la mano recitando la solita parte in cui si ripete il nostro nome e concentrati su di noi, ci si dimentica puntualmente del nome dell'altro.

Le relazioni sono la cosa più preziosa.
Gli incontri con gli altri scrivono la trama della nostra vita, trama che noi andiamo a costellare di punteggiatura: virgole come pause di riflessioni, parentesi di distrazione, punti a capo che chiudono storie. E in questa spesso strampalata sequenza di conoscenze, amicizie, amori e disamori che si susseguono senza tregua noi troviamo il senso, il nostro personale senso delle cose.

Amo le persone e le loro storie, non potrei fare a meno della mia dimensione di animale sociale. Nulla come una nuova conoscenza sa riempirmi di entusiasmo e di nuova voglia di andare avanti, di scoprire, di vivere.

E così passare un'ora in macchina con qualcuno che si conosce poco, ma che si sente inspiegabilmente affine diventa un'esperienza interessante.
Si ride, si scherza e si riflette, ci si confida, si scopre che certi punti di vista possono essere condivisi anche con qualcuno che conosciamo a malapena e che la sintonia è una fortuna che va coltivata e preservata.

Mentre la sera tiepida declina nel buio fuori dal finestrino, mi abbandono felice al pensiero di tutte le persone che ancora dovrò incrociare tra i miei giorni e di quelle che già ho conosciuto e che mi hanno inevitabilmente lasciato qualcosa di loro, in un continuo scambio di anime.
Penso a tutti quelli che sono restati, alle loro voci che mi fanno compagnia e a quelli che se ne sono andati, perché di stare nella mia vita, proprio non ne volevano sapere o perché per loro, non c'era più spazio.
Tutti hanno lasciato traccia del loro passaggio, qualcosa che è servito a costruire la me che sono oggi e per questo, indipendentemente dagli errori, dalle porte chiuse in faccia, dal dolore che avrebbe potuto evitarsi, sento di esser grata anche a loro.

In una sera di inizio primavera torno a sorridere sul sedile di un'auto, in compagnia di una nuova amica, pensando a tutta la meraviglia che ancora mi aspetta, agli occhi sconosciuti che avranno un giorno un nome, alle voci che non ho ancora ascoltato, ma che diventeranno famigliari, alle risate che arriveranno e a quelle che se ne sono andate. 

In continuo viaggio, in costante cambiamento, in un susseguirsi sorprendente di incontri e addii, partenze e nuove mete.

In fondo, penso, forse è proprio questo il bello della vita.







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