Si dice che partire sia un po' morire.
In realtà per me la parte difficile sta nel tornare.
Che in realtà sempre una partenza è, se si guarda da un altro punto di vista e allora in quel caso sono d'accordo con il detto.
Il rientro a casa è sempre un po' traumatico. Che si tratti di una lunga vacanza, di un fine settimana, di una fuga dall'abitudine o di un anno sabbatico. È sempre difficile rientrare nel quotidiano, uscire dalla dimensione dello stupore che il nuovo ci offre, perdere la libertà del vivere in un altrove dove nessuno sa chi siamo.
Tornare è ancora più duro se non hai nessuno ad aspettarti.
Ma io qualcuno ce l'ho e quel qualcuno, vi dico la verità, mi è anche un po' mancato in questi giorni.
Così archiviati i saluti pieni di nostalgia, abbandonata la dimensione privilegiata del viaggio, eccomi in coda all'aeroporto in attesa di imbarcarmi e come spesso accade, quando si torna dall'estero, la fitta di dolore è ancor più forte.
Sarà che faccio parte di quella fetta di italiani poco nazionalisti e affatto convinti che l'Italia sia il paese più bello del mondo (ma che comunque con gli anni ho imparato ad apprezzare, sia chiaro: certo è che io in Italia preferirei farci le vacanze, piuttosto che viverci, ma questo è un altro capitolo!), ma il momento del rincontro coi connazionali, quelli di un certo tipo, mettiamo i puntini sulle i, è davvero una tragedia!
Cerco di non farci troppo caso, con scarso risultato e poi finalmente si parte.
Una volta arrivata a casa, apro la porta e trovo i miei gatti a darmi un caloroso bentornata: fusa a non finire e saluti speciali, quelli che si tengono in serbo per i momenti di rincontro e chi ha un gatto sa benissimo di cosa io stia parlando.
Amo dei gatti il loro scegliere quando essere dolci, la loro presenza costante seppur discreta, il loro non farsi dare per scontati. Contrariamente ai luoghi comuni che li vogliono animali opportunisti e asociali, i gatti sanno essere fedeli compagni di vita senza invadere i tuoi spazi, amandoti con la giusta distanza. Questo da loro vorrei imparare: esserci senza che gli altri siano certi che io ci sarò, preservare il mio mistero, ribadire il mio diritto ad andarmene quando non ho più voglia di stare in un posto.
Anche questo è amore e quando c'è qualcuno ad aspettarti, tornare non è poi così doloroso.
Nessun commento:
Posta un commento